La Fondazione "Clemente Prelasca"
Guardando queste fotografie è molto difficile capire che cosa rappresentano, ma i solarolesi vi riconoscono immediatamente la “Prelasca”, ovvero il vecchio palazzo ed il condominio contemporaneo. Tutti e due gli edifici sono collegabili al testamento olografo del 2 maggio 1829 nel quale il sig. Clemente Prelasca Fontana, esprimeva la volontà di lasciare in uso gratuito e perpetuo, la casa di civile abitazione, l’aia, l’orto e i fondi rustici posti a Solarolo Rainerio in via Giuseppina a otto donne (elevabile a dieci) , sole, nubili o vedove, senza parenti e senza sostentamento, privilegiando le nate a Solarolo Rainerio o, in loro mancanza, le residenti da almeno dieci anni in paese, sostituibili solamente nel caso fosse cambiata una delle condizioni per cui avevano il diritto di godere dei beni, o alla loro morte.
Nel 1868 fu redatto uno statuto per l’Opera Pia Prelasca, sostituito da quello del 1900, al quale altri ne succedettero fino ad arrivare al 1990 quando, dopo aver alienato i beni, l’allora parroco pro-tempore don Carlo Merisi nell’ortaglia adiacente il vecchio palazzo iniziò la costruzione dell’attuale caseggiato, composto da 10 mini alloggi, da locarsi ad altrettante persone. Nell’autunno del 1992 furono assegnati, in locazione, i primi appartamenti a signore non proprietarie di casa.
Individuò nel parroco pro-tempore l’amministratore unico del patrimonio con la mansione di utilizzare i proventi annuali ,in primis , per conservarne il patrimonio immobiliare e col restante profitto di suddividerlo e consegnarlo ad ogni signora ospite della casa. Il parroco, come amministratore unico , aveva anche l’obbligo di redigere un rendiconto annuale da presentare ad un revisore che il sig. Clemente indicò nel consiglio comunale di Solarolo Rainerio.
Nel 1868 fu redatto uno statuto per l’Opera Pia Prelasca, sostituito da quello del 1900, al quale altri ne succedettero fino ad arrivare al 1990 quando, dopo aver alienato i beni, l’allora parroco pro-tempore don Carlo Merisi nell’ortaglia adiacente il vecchio palazzo iniziò la costruzione dell’attuale caseggiato, composto da 10 mini alloggi, da locarsi ad altrettante persone. Nell’autunno del 1992 furono assegnati, in locazione, i primi appartamenti a signore non proprietarie di casa.
Nel 2003 per Legge, vennero abolite le Opere Pie ed è per questo motivo che la nostra si tramutò in “Fondazione Clemente Prelasca Fontana” non avente scopo di lucro, ma bensì quello di locazione immobiliare di beni propri e, come da testamento, ancora oggi amministratore unico è il parroco pro-tempore, coadiuvato da un consiglio composto da due rappresentanti comunali e da quattro consiglieri nominati dal parroco stesso. I proventi degli affitti possono solamente essere usati per le manutenzioni o migliorie del condominio medesimo.
Attualmente sono nove i mini appartamenti locati a signore non proprietarie di abitazione. Per poter accedere ad uno degli appartamenti sfitti, in questo momento, bisogna inoltrare una domanda scritta al parroco, corredando la richiesta con il certificato dei redditi.
E' in corso una revisione dello statuto e del regolamento, nel rispetto delle intenzioni di colui che ha voluto questo ente, per rispondere meglio alle esigenze del tempo presente, caratterizzato da nuove situazioni di povertà, non previste e non prevedibili alla fine dell '800.